Cosa resta?
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Uno dei momenti più sereni nella mia vita è stato quando ho trovato la forza di lasciare andare e di non insistere su ciò che non puoi cambiare. Come diceva un musicista non famoso: “È tempo perso”. È un viaggio di ritorno, a ritroso non per visitare luoghi non conosciuti, ma per trovare alcuni frammenti delle tracce della mia anima anche se ogni volta è come se fosse la prima, per inscrivere o trascrivere i ricordi che appartengono all’anima e alla psiche. Tutto ciò richiede l’intervento della memoria che con il passar del tempo sbarca su altri lidi. Non è proprio così semplice. La memoria è un labirinto, il filo di Arianna, è la riappropriazione dei ricordi che possono essere abbelliti dalla melanconia nostalgica. Entrare nel labirinto dei ricordi è difficile ma ancora più difficile è uscirne. Ho seguito il filo della memoria, la luce, quella che rimane ancora. L’onnipotenza lascia il passo alla finitudine umana e all’ultima speranza.